Affascinanti e prepotenti bambù
Non si può rimanere indifferenti davanti a questi fenomeni della natura, così diversi da tutti gli altri vegetali, meritevoli di un posto giusto in giardino.
Il bambù è un’erba, nel
senso che appartiene alla grande famiglia delle Graminacee, ma è un’erba
che può essere alta più di 15 metri. Non solo, si sviluppa da
0 a 15 metri in poche settimane, poi, finché vive, non cresce più;
già questo lo rende particolarmente misterioso. Questa sua curiosa
caratteristica mi ha fatto vincere una scommessa con un amico: sostenevo che
cresceva 20 cm al giorno. Di fronte all’incredulità, abbiamo
monitorato il nostro bambù che, controllato e misurato dopo una settimana,
era cresciuto anche più del previsto: circa 30 cm al giorno! Ricordo
un’altra volta in cui, appena emerso dal terreno, un turione di bambù
aveva “agganciato” una cassetta di plastica (di quelle usate comunemente
nei vivai), che avevo dimenticato per terra. Quando me ne accorsi, era stata
portata tanto in alto che non sarei più arrivato a toglierla, così
la lasciai dov’ era, chiedendomi con curiosità fino a dove sarebbe
arrivata: ebbene, venne spinta dal fusto del bambù all’altezza
di circa 10 metri prima di cadere da sola! L’evento della fioritura
Voglio provare a spiegare perché trovo affascinanti i bambù.
Intanto il loro modo flessuoso di ondeggiare alla più leggera brezza,
il loro essere sempreverdi. E che verde! Un colore tenero e fresco, uno dei
più bei verdi che la natura ci possa offrire. Poi, la favola (vera)
che ogni specie fiorisce contemporaneamente nel medesimo anno, ogni 40 anni
circa, o quando la natura decide, senza che si possa prevedere. Mi è
già successo due volte di vederli fiorire, in due specie diverse, non
di grande sviluppo (una sui 3 metri, l’altra sui 5). La prima volta
ero bambino, la seconda è successa cinque anni or sono.
Erano piante che avevo da qualche anno e provenivano da un
giardino che dista una quarantina di chilometri da casa mia; erano fiorite
anche quelle nel medesimo anno.Non è una grande fioritura quella dei
bambù, nel senso che i fiori non sono per niente vistosi. Non è
neanche vero
che dopo la fioritura muoiono. O è vero solo in parte: è certamente
vero che subiscono un esaurimento terribile, i miei hanno impiegato quattro
anni prima di riprendersi.
Ogni canna vive 5-6 anni. Dopo l’accrescimento iniziale del primo anno
non cresce più, né in altezza né nel diametro, ma ogni
anno sviluppa nuove foglioline: la chioma si infoltisce e si appesantisce,
i rami laterali assumono un portamento pendulo di bellissimo effetto, ma insieme
a questi aspetti positivi sorgono anche altri problemi, per esempio è
decisamente più sensibile al peso della neve.
Inoltre i bambù, dopo il primo anno di vita, come tutti i sempreverdi
rinnovano le foglie, ma lo fanno di continuo! Non c’è pace per
chi vuole il giardino senza una foglia secca, perché ogni giorno dell’anno
lasciano cadere una quantità di foglioline, subito rimpiazzate dai
nuovi getti.
Per ridurre il problema della continua, inesorabile caduta delle foglie secche,
si possono eliminare ogni anno le canne più vecchie. In questo caso
i bambù saranno un po’ più radi; a qualcuno piacciono
così, a me no, io non elimino neanche le canne secche, come potete
vedere nelle foto; amo osservare i bambù fitti e impenetrabili, sono
più misteriosi anche se forse meno eleganti.
Il problema del peso della neve
Ci sono diversi modi per prevenire, almeno in parte, i danni che può
provocare la neve.
Il più banale è mettere dei tutori, ma non è così
semplice; i tutori devono raggiungere anche la
parte che porta le foglie (a 7-10 metri d’altezza!), altrimenti le rotture
possono avvenire nel punto dove termina il tutore. Io consiglio di piantare
i bambù in modo che abbiano un sostegno stabile almeno da un lato,
nel mio caso è un grande carpino, ma può anche essere un muro,
purché sufficientemente
alto. Partendo da questo sostegno si circonda con un cavetto tutto il gruppo
di canne a una altezza di un paio di metri sopra i primi rametti laterali,
in modo da avere al massimo qualche punta rotta al livello del cavetto, un
danno minimo.
Un altro modo, apparentemente più semplice, è
quello di accorciare,nel tardo autunno prima delle nevicate, tutte le punte
più lunghe; le canne così accorciate resisteranno molto meglio
al peso della neve e nell’anno successivo emetteranno ancora più
foglioline aumentando l’aspetto pendulo
dei rametti. La difficoltà sta nel dover tagliare gli steli a un' altezza
che neanche gli svettatoi possono raggiungere.
In perenne lotta contro l’invadenza
Nel titolo ho premesso che i bambù sono prepotenti: perché sono
invadenti, non stanno mai al loro posto, sono in continua espansione! Ho lottato
per decenni per contenerli, per controllarli; già questa fatica, questa
ostinazione a non voler rinunciare ad averli dimostra l’amore che ho
per loro. Ogni anno allargavano il loro territorio per un raggio di 3-5 metri
e da oltre dieci anni occupavano più di duemila metri quadrati:
sto parlando di un gruppo che avevo in un casale di campagna.
Quest’anno, dopo la grande nevicata dell’inverno scorso (che ha
provocato lo sradicamento di oltre 50 alberi, tra cui tre querce secolari
e tutti i miei Pinus sabiniana) i bambù erano irrimediabilmente rotti
o stesi a terra. Ho preso la decisione drastica, che rinviavo da anni. Li
ho eliminati! Non è un lavoro da poco eliminare bambù di quella
dimensione: la trincia e il trattore non bastavano, ho dovuto impiegare un
cingolato da 100 CV che ha lavorato una giornata intera...
Il gruppetto che ho nel vivaio a Torino era anch’esso invadente,ma non
volevo rinunciarvi; essendo un gruppo piccolo,riuscivo a contenerlo con meno
fatica, anche se i rizomi si spingono dappertutto. Per risolvere una volta
per tutte il problema,ho costruito un muretto interrato per contenere le radici.
Non è necessario che il muretto (o la lastra di metallo) sia troppo
profondo. Le radici dei bambù sono piuttosto
superficiali, bastano 30 cm di profondità, per prudenza 40, ma con
un accorgimento importante:
muretto o lastra devono avere una leggera inclinazione verso l’esterno,
devono essere un po’aperti in modo che i rizomi che corrono –
è il caso di dire – orizzontalmente e poco profondi quando li
incontrano
vengano deviati verso l’alto; a questo punto vi basterà intervenire
quando i getti spuntano dal terreno, eliminandoli prontamente.
Per estirpare un vecchio boschetto irrimediabilmente danneggiato dalla
neve si è reso necessario l’uso di un potente cingolato... Ma i bambù
ricresceranno più piccoli e bisognerà ancora intervenire...
NON TEMONO IL GELO, MA IL PESO DELLA NEVE....
Le loro dimensioni possono differire molto,
dalle varietà nane adatte come tappezzanti, alle giganti (i più
grandi li ho visti in Estremo Oriente, con fusti che possono superare i 60
cm di circonferenza; da noi queste specie gigantesche non sopportano il freddo).
Le foglie di solito sono verdi, ma possono anche essere variegate. Il fusto
non sempre è verde, può risultare anche di colore giallo, nero,
screziato; tutti hanno le
stesse caratteristiche nel crescere e nel diffondersi, ovviamente rapportate
al loro sviluppo.
Crescono, con energia incredibile, in ogni terreno, sia siliceo e permeabile
che argilloso e calcareo; soprattutto, non è vero che amano posizioni
umide: per la mia esperienza sostengo
il contrario.
Per raggiungere la dimensione massima devono
essere lasciati in pace per almeno 8-10 anni, senza eccessivi diradamenti,
in modo da formare un cespuglio folto.
Non sono soggetti a malattie e, almeno finora, non ho mai assistito ad attacchi
neppure della
onnipresente metcalfa: sono quindi piante ideali per il giardino e il terrazzo
a bassa manutenzione.
Anche in vaso e in piccoli spazi
Crescono molto bene in vaso, possono resistere parecchi anni nel medesimo
contenitore e il loro impiego sui terrazzi crea una nota di colore e trama
particolare. Però non usate vasi di plastica! Con il “carattere”
che hanno i bambù, i loro rizomi possono spaccarli facilmente: meglio
le vasche in legno.
Non vorrei aver dissuaso qualcuno dall’utilizzare i bambù, elencando
queste difficoltà: in realtà prevale sempre il fascino,ma è
bene conoscere con “chi si ha a che fare”. Comunque credo sia
sempre meglio lottare contro una pianta invadente e che dimostra la gioia
di vivere piuttosto che possederne una che ha sempre l’aspetto malato,
sofferente, che non si riesce a far crescere...